Published On Apr 26, 2022
Le fratture da fragilità sono quelle che avvengono spontaneamente, senza una causa apparente come un trauma importante: alla base vi è la ridotta resistenza dello scheletro dovuta a osteoporosi. Quando una persona ne viene colpita ha un rischio cinque volte maggiore di subire una seconda frattura entro i successivi 2 anni. Le strutture ossee maggiormente interessate sono le vertebre, il femore prossimale, il radio, l’omero prossimale e il bacino.
Le fratture da fragilità (568mila casi nel 2019) sono associate a una mortalità prematura e a possibili gravi conseguenze sulla qualità di vita. E’ quindi molto importante che il paziente riceva un’assistenza multispecialistica, da parte dell’ortopedico, del fisiatra e del reumatologo.
Oggi vi sono diversi farmaci in grado di migliorare la struttura ossea e alcuni sono specifici per le forme più gravi di osteoporosi. I farmaci per la terapia dell’osteoporosi si suddividono in due categorie: quelli anabolici (teriparatide e romosozumab) e i farmaci anti catabolici (bisfosfonati e il denosumab). E’ anche importante controllare che ci sia un adeguato apporto di calcio e vitamina D.
Ne abbiamo parlato con il Prof. Stefano Gonnelli, professore di medicina interna e semeiotica medica all’Università degli Studi di Siena che nell’intervista spiega anche con quale sequenza vanno utilizzati questi farmaci.