i resti della diga del gleno -
cristiolino cristiolino
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 Published On Apr 27, 2023

I resti della diga dal drone
video completo diga del gleno    • DIGA DEL GLENO  DA PIANEZZA | Il Picc...  

22 ottobre 1923, a causa di forti piogge, il bacino si riempì per la prima volta. Tra ottobre e novembre si verificarono numerose perdite d'acqua dalla diga, soprattutto al di sotto delle arcate centrali, che non appoggiavano sulla roccia. Infine, il 1º dicembre 1923 alle ore 7:15 la diga cedette.

Sei milioni di metri cubi d'acqua, fango e detriti precipitarono dal bacino artificiale a circa 1.500 metri di quota, dirigendosi verso il lago d'Iseo, lasciando alle proprie spalle 356 morti, anche se i numeri sono ancora oggi incerti.

Furono negative le indagini sismiche e geologiche circa il terreno di appoggio della diga, svolte dall'ing. prof. Augusto Stella. Invece ben diverse furono le conclusioni statiche e costruttive. La perizia tecnica sulla natura statica e costruttiva della diga fu redatta dagli ing. prof. Gaetano Ganassini e Arturo Danusso. La causa fondamentale del crollo della diga fu l'insufficienza statica della muratura di appoggio della parte centrale della diga.

Infatti la costruzione fu realizzata con negligenza e imperizia, perché la costruzione non venne appoggiata e fermata alla roccia, in modo da avere nella stessa la stabilità necessaria, non curando che nel passaggio dal sistema a gravità a quello ad archi multipli, si provvedesse a quanto occorreva per evitare fughe d’acqua, od altro, procedendo nella costruzione medesima in modo affrettato, usando materiali inadatti per sé stessi e, per ragioni di economia, male manipolati. Gli altri provini di calcestruzzo, riferentisi per vero ad altra parte della diga, diedero resistenza molto bassa e conferma dello scarso tenore degli impasti. Per quanto gli accertamenti sui materiali e sulla lavorazione si riferissero per la maggior parte alla sopra-struttura, è certo che i materiali, il dosaggio, la lavatura della sabbia e la lavorazione in genere fu affrettata, come riportato negli atti del processo, "Memoria sui civilmente responsabili del disastro del Gleno", Milano, Arti Grafiche Codara, 1928, dell'avvocato Bortolo Belotti, conservata nel suo Archivio a Zogno (Bg), fascicolo 236.

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