Günther Anders - L’uomo è antiquato (1956)
Alessandro Piron Alessandro Piron
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 Published On Nov 2, 2020

Günther Anders (1902 – 1992) - filosofo e scrittore tedesco.
Gunther Strern adottò lo pseudonimo Anders quando un editore lo consigliò di scegliersi un nome diverso per pubblicare i suoi lavori in quanto il suo era cognome tipicamente ebreo.
Il giovane Gunther scelse così proprio “diverso” (in tedesco) come cognome.

Anders, nato a Breslavia, nel 1933, con l’avvento del nazismo, si trasferì prima a Parigi e poi negli Stati Uniti dove tra le altre cose fece anche l’operaio.
Fu il primo marito di Hannah Arendt, in seguito, nel 1945, sposò la scrittrice Elisabeth Freundlich. Nel 1950 si stabilì a Vienna ove morì.

È autore di un'opera ancora in parte inedita in cui l'interesse per la filosofia si alterna a quello per la letteratura e per l’arte.
“L’uomo è antiquato” è la sua opera più importante, essa si compone di due volumi: il primo del 1956 sottotitolato “Considerazioni sull’anima nell’epoca della seconda rivoluzione industriale”; il secondo, pubblicato nel 1980, “Sulla distruzione della vita nell’epoca della terza rivoluzione industriale”.
Famose anche le sue prese di posizione sulla bomba atomica (“Essere o non essere” e “La coscienza al bando”), sulla guerra del Vietnam (fece parte del tribunale Russell contro i crimini di guerra) e su Černobyl.
Il pensiero di Anders (incomprensibilmente poco conosciuto e non solo in Italia) si radica profondamente nella cultura del ‘900, la sua filosofia è tesa a definire le cause che hanno portato l’uomo a creare una società in cui l’unico protagonista è l’apparato tecnico.

In particolare, Anders tratta della vergogna prometeica. Viviamo in un mondo in cui la macchina e gli oggetti prodotti in serie sono diventati i protagonisti della storia; l’Uomo, novello Prometeo, è subalterno alle macchine da lui stesso create, per queste prova soggezione e vergogna; tale condizione genera, dunque, una sorta di dislivello tra l’uomo e i sempre più efficienti e funzionali prodotti meccanici che lo superano facendolo diventare, giustappunto, antiquato.

La lettura è tratta da "L’uomo è antiquato" Ed. Bollati Boringhieri

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