Published On Sep 6, 2023
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L. amia presenta un corpo compresso lateralmente con forma di losanga e caratterizzato da testa in proporzione piccola, con bocca molto grande.
Le pinne pettorali e ventrali sono abbastanza piccole mentre la pinna anale e la seconda dorsale sono opposte e simmetriche. La prima pinna dorsale è ridotta ad una fila di piccoli raggi spinosi, la pinna caudale è falcata. La linea laterale presenta una vistosa curva verso il basso subito dopo le pinne pettorali.
La livrea è grigio-verdastra sul dorso e bianco madreperlaceo caratteristico sui fianchi; le pinne sono scure, talvolta con bordi bianchi.
Raggiunge una lunghezza massima di 2 metri, per un peso che può avvicinarsi ai 70 kg.
Questo carangide si incontra in tutto il mar Mediterraneo e nell'Atlantico orientale tra il Golfo di Guascogna e le coste africane. È una specie pelagica ma che ha costumi costieri, perlomeno nella bella stagione. Non esita ad avventurarsi nelle acque salmastre per cacciare i cefali di cui è ghiotta e spingendosi fin dentro le foci dei fiumi e delle acque portuali.
Viene insidiata con la tecnica della traina col vivo e dello spinning, ma non è una cattura facile, sia per la furbizia, che la spinge a rifiutare un'esca imperfettamente presentata, sia per la poderosa reazione, che mette a dura prova pescatore e attrezzatura. Viene insidiata anche con la pesca in apnea. Le carni sono eccellenti. Pescando a spinning solitamente si utilizzano artificiali di generose dimensioni (dai 14 ai 20 cm), possibilmente dotati di armatura passante, vista la potenza che riesce a sprigionare questo pesce. Le esche maggiormente usate sono popper e WTD, le quali lavorano sopra la superficie del mare. Nel nostro territorio il periodo migliore per insidiarla è l'estate, durante la quale i grossi esemplari accostano per riprodursi.