🇲🇳 Mongolia: documentario di viaggio
Guglielmo Biason Guglielmo Biason
20.6K subscribers
53,886 views
515

 Published On Oct 25, 2015

#Mongolia #Documentario #Viaggio

-------------- CREDITI --------------
Voce narrante: Valentina Vitali
Regia: Guglielmo Biason, Valentina Vitali
Script Assistant: Alessandra Trame
Logistica: www.drivemongolia.com
Chinzorig Chuluunbatar
Deengii Dorjugder

-------------- MUSICHE --------------
"I Had it in a Dream", "The Journey", "Courage of Nations" and "New Heights" by Markus Neely.   / musicbymarcus  

"Ulaanbaatar" e "Offroad Adventure" by Guglielmo Biason   / guglielmo-biason  

"Mongolian Voices" by MValentino
"Against the Wind" by Rufire
"Upbeat Indie Funk" by Trending audio
"Inspiring" by PR Music Production
"Travel" by Lighting Traveler
"Sentimental" by Andy Warner
"Radio Drum&Bass" by DJ Anton Bolshakov

-------------- DESCRIZIONE --------------
Per quelli che si affacciano a Ulan Baatar, la capitale della Mongolia non nasconde dal punto di vista architettonico tutto il travaglio di un popolo che sta vivendo il passaggio dal nomadismo alla sedentarietà. La voce della tradizione si fa comunque sentire e offre spunti interessanti per esplorare una civiltà che tenta di difendere la sua identità.

Prendiamo possesso dei nostri mezzi e ci dirigiamo verso sud alla volta del Gobi. Il verde che ci circonda diventa progressivamente giallo e le colline lasciano spazio ad un’infnita steppa mongola dove solo pochi canyon ravvivano il paesaggio.

Entrando nel Gobi puntiamo dritti sul gruppo di montagne centrali dove si trova la gola di Yolin Am.Percorriamo a piedi un tratto del fiume e ci divertiamo saltando da un lato all'altro delle sponde. Terminata l’escursione si ritorna nella steppa. ll Gobi e' il secondo deserto al mondo per estensione ed e' un misto tra verdi catene montuose, aride steppa e dune di sabbia.

Le dune di sabbia si sviluppano per circa 100km di lunghezza e possono raggiungere i 300tm di altezza. Purtroppo la giornata e grigia e' piovosa ... ma inaspettatamente il sole appare e colora la sabbia d'oro.

Invertiamo la rotta puntando verso Nord-Ovest su piste poco battute battute. Come da copione cominciamo ad avere problemi con le macchine. Per riparare una sospensione siamo constretti a fermarci e chiedere aiuto ad una famiglia di nomadi, che ancora oggi vive secondo tradizioni millenarie. Lo stop forzato ci da l’opportunita’ di sperimentare l' ospitalita’ locale e visitare una tradizionale tenda. La gher e' infat l' unico vero manifesto dell'architetura mongola. Fulcro della vita nomade da circa 3000 anni.

Quando raggiungiamo la valle del fume Okhon il panorama e’ ormai cambiato, verdi valli e rigogliosi fumi hanno sosttuito l’arida steppa.
Prima di arrivare a Kharkorin ci fermiamo in un piccolo monastero situato in cima ad un remoto promontorio. Il monastero di Erdene Zuu invece e' maestoso ed e' stato costruito utilizzando le pietre della vecchia capital Kharakorin che fu il cuore del piu' grande impero mai esistito sulla terra. Quello Mongolo.

Continuiamo a salire verso Nord, e il clima comincia a cambiare, le temperature si abbassano ed inizia a piovere. I colori grigi di un cratere vulcanico sono in tema con il resto di questa giornata dove ci attendono solo pioggia e fango. Quando saliamo in quota, la pioggia si transforma in neve ...... e per 4 ore restiamo bloccati sul passo di Zoologyin. Dopo 12 ore finalmente riusciamo a raggiungere il Lago Khovsgol. Siamo nel nord, non lontano dal confne russo.

Il lago Kohsvgol e’ per noi un oasi di pace dopo gli ultmi giorni. Il lago contiene il 2% della acqua dolce del mondo ed e' una delle mete turistiche piu' visitate dai locali. Decidiamo di prenderci una giornata di riposo: chi va in pedalo' chi a cavallo e chi decide di tuffarsi nelle geleide acque del lago.

Riprendiamo il cammino, questa volta ci muoviamo verso est. Lungo la strada facciamo sosta veloce a Erdenet, una citta’ mineraria e industriale degli anni 80. Il monastero di Amarbaysgalant e’ uno dei tre centri buddisti più importanti della Mongolia. Fu costruito per volere dell’imperatore Manciu ed e’ parzialemente sopravvissuto alla devastazione sovietca contro i luoghi di culto.

E alla fine dobbiamo rientrare. Entriamo a Ulanbaator da nord. Attraversando la citta’ ci rendiamo conto dell' impressionante numero di condomini in costruzione che contrasta con la tradizione storicamente nomade della poplazione. Quasi ad sottolineare la voglia di stabilita' e cambiamento che ha caraterrizato la mongolia degli ultii anni.

show more

Share/Embed