Ep. 274 - Papale papale - "Mafia"
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 Published On Oct 8, 2024

Paolo VI, Santa Messa nella solennità di Maria Madre di Dio 1 gennaio 1975
Soprattutto l'amore, sì, l'amore cristiano, riuscirà a svellere dal fondo dei cuori l'avvelenata e tenace radice della vendetta, dei «regolamenti di conti», «dell'occhio per occhio, del dente per dente», donde poi sangue, rappresaglie e rovine discendono col1egate a catena, come un perpetuo obbligo d'ignobile onore? riuscirà l'amore a disinfettare certi sedimenti psicologici collettivi, certi bassifondi sociali, dove la mafia ha una sua segreta legge spietata, riuscirà a far decadere la camorra popolare, o la faida privata o comunitaria, o la lotta tribale, quasi ossessionanti falsi doveri generanti un loro cieco impegno fatale? (...) Sì, l'amore riuscirà, perché ce lo ha insegnato Gesù Cristo, che ne ha inserito l'impegno nella preghiera per eccellenza, il «Padre nostro», obbligando le nostre labbra ostinate a ripetere le parole prodigiose del perdono : «rimetti, o Padre, a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori».
Giovanni Paolo II, visita pastorale in Sicilia, concelebrazione eucaristica nella Valle dei Templi 9 maggio 1993
Dopo tanti tempi di sofferenze avete finalmente un diritto a vivere nella pace. E questi che sono colpevoli di disturbare questa pace, questi che portano sulle loro coscienze tante vittime umane, devono capire, devono capire che non si permette uccidere innocenti! Dio ha detto una volta: “Non uccidere”: non può uomo, qualsiasi, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio! Questo popolo, popolo siciliano, talmente attaccato alla vita, popolo che ama la vita, che dà la vita, non può vivere sempre sotto la pressione di una civiltà contraria, civiltà della morte. Qui ci vuole civiltà della vita! Nel nome di questo Cristo, crocifisso e risorto, di questo Cristo che è vita, via verità e vita, lo dico ai responsabili, lo dico ai responsabili: convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio!
Benedetto XVI, visita pastorale a Palermo incontro con i giovani 3 ottobre 2010
L’immagine dell’albero è molto significativa per rappresentare l’uomo. La Bibbia la usa, ad esempio, nei Salmi. Il Salmo 1 dice: Beato l’uomo che medita la legge del Signore, “è come albero piantato lungo corsi d’acqua, / che dà frutto a suo tempo” (v. 3). Questi “corsi d’acqua” possono essere il “fiume” della tradizione, il “fiume” della fede da cui si attinge la linfa vitale. Cari giovani di Sicilia, siate alberi che affondano le loro radici nel “fiume” del bene! Non abbiate paura di contrastare il male! Insieme, sarete come una foresta che cresce, forse silenziosa, ma capace di dare frutto, di portare vita e di rinnovare in modo profondo la vostra terra! Non cedete alle suggestioni della mafia, che è una strada di morte, incompatibile con il Vangelo, come tante volte i nostri Vescovi hanno detto e dicono!
Francesco, visita pastorale alle diocesi di Piazza Armerina e di Palermo 15 settembre 2018
Perciò la parola odio va cancellata dalla vita cristiana; perciò non si può credere in Dio e sopraffare il fratello. Non si può credere in Dio ed essere mafiosi. Chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore. Oggi abbiamo bisogno di uomini e di donne di amore, non di uomini e donne di onore; di servizio, non di sopraffazione. Abbiamo bisogno di camminare insieme, non di rincorrere il potere. Se la litania mafiosa è: “Tu non sai chi sono io”, quella cristiana è: “Io ho bisogno di te”. Se la minaccia mafiosa è: “Tu me la pagherai”, la preghiera cristiana è: “Signore, aiutami ad amare”. Perciò ai mafiosi dico: cambiate, fratelli e sorelle! Smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi. Tu sai, voi sapete, che “il sudario non ha tasche”. Voi non potrete portare niente con voi. Convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo, cari fratelli e sorelle! Io dico a voi, mafiosi: se non fate questo, la vostra stessa vita andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte.

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